Project Description
Sentiero n. 240 -
località | quota | lunghezza | ore ↓ | ore ↑ | difficoltà |
Ceraino | 119 | 0 | 0.00 | 1.10 | – |
Forte di Monte (bivio sent. 238) | 410 | 3.650 | 1.25 | 1.30 | T |
bivio sent. 232 | 1025 | 3.610 | 1.40 | 0.10 | E |
Monte Pastello | 1112 | 480 | 0.20 | 0.50 | E |
loc. Molane (bivio sent. 236) | 903 | 2.170 | 0.40 | 0.05 | E |
loc. Molane (bivio sent. 238) | 888 | 270 | 0.05 | 0.50 | T |
pressi di Paroletto (incrocio sent. 237) | 941 | 2.580 | 0.50 | 0.30 | T |
pressi di Breonio (bivio sent. 252) | 875 | 2.380 | 0.40 | 0.05 | E |
Breonio (bivio sent. 252) | 864 | 170 | 0.05 | 1.20 | T |
Corno di Sómalo (bivio sent. 251 | 913 | 4.610 | 1.20 | 0.30 | E |
Fosse | 937 | 1.810 | 0.30 | 0.20 | T |
loc. Casetta (bivio sent. 251) | 1019 | 1.940 | 0.30 | 0.10 | T |
loc. Tommasi (bivio sent. 250 e 234) | 1143 | 960 | 0.15 | 0.30 | T |
Grotta del Ciabattino (bivio sent. 250) | 1461 | 2.140 | 0.50 | 0.15 | E |
Corno d’Aquilio | 1545 | 700 | 0.20 | 0.00 | E |
totale | – | 27.460 | 9.30 | 8.15 | – |
Lunghissimo e panoramico itinerario che dal paesino di Ceraino, all’uscita della stretta dell’Adige, raggiunge la sommità del Corno d’Aquilio lungo l’intero orlo occidentale dei Monti Lessini, dapprima per il crinale meridionale del Monte Pastello, poi per le contrade che s’affacciano sulla Val d’Adige tra Molane e Fosse e infine per il fianco meridionale del Corno d’Aquilio che chiude ad ovest l’altopiano della Lessinia. Per l’esagerato sviluppo chilometrico e altimetrico l’itinerario non è quasi mai percorso nella sua interezza. Ciò nonostante, le numerose località attraversate, tutte facilmente accessibili con mezzi motorizzati, favoriscono la frequentazione dei singoli tratti, in funzione della durata dell’escursione scelta e della stagione. Grazie alla quota non elevata e all’esposizione a meridione, la parte, lungo l’intero crinale meridionale del Monte Pastello, sistemata nel 2005, è ideale meta di escursioni invernali o di mezza stagione e regala aperti panorami sulla pianura, il lago di Garda e il Monte Baldo. Per contro, in estate è molto frequentato il tratto finale che da contrada Tommasi conduce alla sommità del Corno d’Aquilio, altra celebre montagna dei veronesi, “dal curioso profilo asiatico”, come lo definì il geografo veronese Eugenio Turri. I tratti di mezzo, compresi tra località Molane e il paese di Fosse, per la loro facilità d’accesso e i panorami sulla Val d’Adige e il Monte Baldo, ben si prestano a escursioni giornaliere con partenza dalle località di Molane, Paroletto, Breonio e Fosse.
Dalla strada statale 12 nei pressi della chiesa di Ceraino (piccolo parcheggio a fianco della strada, all’altezza del km 310,7 della statale) si imbocca a destra la stradina che conduce al cimitero del paese. Dopo una sola cinquantina di metri la si abbandona per seguire a destra la stradina sterrata che con alcuni tornanti raggiunge dopo un chilometro e mezzo il Forte di Ceraino (m 236). Costruito dagli Austriaci tra il 1850 e 1851, il forte fu voluto dal maresciallo Radetzky per il controllo della sottostante strada del Brennero e venne intitolato al luogotenente feldmaresciallo Johann von Hlavaty per i suoi meriti nella costruzione di opere militari. Nel 1866, con l’annessione del Veneto al Regno d’Italia, il forte passò sotto il controllo del Regio Esercito che lo ammodernò nel 1884 per invertire il tiro dell’artiglieria e ne cambiò il nome in Forte di Ceraino. Successivamente il forte fu utilizzato quale deposito di munizioni e infine dismesso.
La stradina lascia il Forte di Ceraino salendo dapprima con un lungo traverso di circa un chilometro e poi con una serie di sei fitti tornanti fino al poggio dove si incontra il Forte di Monte. Anche questa fortificazione, voluta dal maresciallo Radetzky, fu costruita dagli Austraci tra il 1849 e il 1952 nell’ambito di un più ampio progetto di fortificazione di Verona e dei territori limitrofi. Intitolato al generale austriaco Anton von Mollinary, il forte passò sotto Regno d’Italia nel 1866. Fu anch’esso ammodernato nel 1884 per invertire il tiro dell’artiglieria e assunse il nome di Forte Monte. Nel secondo conflitto mondiale il forte fu gravemente danneggiato dalle incursioni aree alleate e semidistrutto dallo scoppio delle polveri abbandonate dall’esercito tedesco.
Appena oltre il Forte di Monte si lascia la stradina che prosegue per il vicino abitato di Monte e si imbocca a sinistra la carrareccia che va per qualche centinaio di metri lungo il versante della Val d’Adige e poi la si lascia per imboccare a destra il sentiero che si alza gradatamente per rado bosco e guadagna il crinale meridionale del Monte Pastello. Il sentiero segue poi per intero il lungo e boscoso crinale, con bel panorama sulla pianura e il lago di Garda, e affacciandosi più di una volta sul profondo solco della Val d’Adige. Nell’ultimo tratto di cresta si unisce da destra il sentiero proveniente da Càvalo (segnavia 232) e si guadagna in breve la bella croce in pietra, eretta nel 1914, all’estremità meridionale del crinale sommitale del Monte Pastello. Si percorre il piatto crinale sommitale, occupato da numerose antenne e ripetitori radio-televisivi, e poco oltre si lascia a destra la stradina d’accesso proveniente da Molane e si prosegue sul sentiero che raggiunge la massima elevazione del Monte Pastello (m 1128), con magnifico panorama verso la pianura, la Valpolicella, il lago di Garda, la Val d’Adige e il Monte Baldo. Il sentiero prosegue lungo il crinale settentrionale della montagna e scende verso Molane superando le stazioni di una Via Crucis di recente realizzazione e sfociando infine sulla stradina d’accesso alle cave di marmo della montagna. Superato il bivio dove dirama a sinistra il sentiero che scende a Dolcè (segnavia 236), si raggiungono le case di località Molane dove si incrocia l’itinerario tra Manune e Càvalo (segnavia 238).
Da Molane si segue a sinistra la stradina che guadagna in breve l’asfalto della strada provinciale 33c. Si segue a sinistra la strada asfaltata che passa a destra del Forte Masua, fortificazione costruita dal Regio Esercito Italiano nel 1884 (oggi dismessa e non visitabile). Dopo circa un chilometro e mezzo di strada provinciale si si imbocca a sinistra la stradina che conduce alla vicina contrada Rovinal (m 953) e si prosegue per sentiero fino a guadagnare il soprastante crinale del Monte Pastelletto, nei pressi di località Paroletto, dove giunge da Dolcè l’itinerario lungo il Vajo di Boralunga (segnavia 237).
Da qui si segue la carrareccia che sale al Monte Pastelletto (m 1031) seguendo il crinale o mantenendosi appena al di sotto di esso. Dopo il punto più elevato si prosegue per sentiero e stradello ancora lungo il crinale, toccando il punto panoramico del Monte Crocetta (m 952) prima scendere sulla stradina asfaltata giusto all’entrata del paese di Breonio. Prima di entrare in paese si lascia a sinistra lo stradello percorso dalla “Dorsale Bassa della Lessinia” (segnavia 252) che scende a Peri in Val d’Adige. Appena dopo le prime case di Breonio si imbocca a sinistra Via S. Giovanni in Monte e si esce dal paese. Dopo circa 300 metri, in corrispondenza del caratteristico capitello in pietra della Madonna Cimbra, si lascia la strada e si imbocca a sinistra il largo sentiero che prosegue in piano, aggira il Dosso Biotto, traversa con un caratteristico ponte in pietra il Vajo del Prete e raggiunge contrada Casarole. Si prosegue poi con brevi saliscendi lo stradello che percorre l’orlo occidentale della Lessinia e passa per le contrade di Corno (m 860) e Sémalo (m 870) prima di arrivare al bivio dove dirama a sinistra l’itinerario della “Dorsale Media della Lessinia” che scende a Peri in Val d’Adige (segnavia n. 251). Proseguendo a destra sulla stradina si raggiunge in breve contrada Michelazzi e poco oltre, per stradina asfaltata, il paese di Fosse (tratto in comune con l’itinerario della “Dorsale”).
Si attraversa per intero il paese percorrendo la via principale fino al piazzale antistante la chiesa e si prosegue oltre seguendo le indicazioni stradali per il Corno d’Aquilio. Dopo 750 metri si lascia la strada principale e s’imbocca a destra la stradina asfaltata per contrada Curto. La si percorre fino al termine dell’asfalto e si segue poi lo stradello di sinistra che conduce a località Casetta. Si prosegue per la stradina di destra e poco oltre termina il tratto in comune con l’itinerario della “Dorsale Media della Lessinia” (segnavia n. 251) che prosegue a destra per Vallene. Si prosegue ancora lungo la stradina che rimonta la larga dorsale prativa e raggiunge contrada Tommasi che, insieme a contrada Coste e Adamoli, costituisce il nucleo abitato più elevato di questo settore della Lessinia, giusto ai piedi del Corno d’Aquilio.
Dal bivio al termine del parcheggio della contrada si segue la stradina asfaltata che prosegue dritto verso l’imbocco della Val della Liana e dopo mezzo chilometro la si lascia per imboccare a sinistra la mulattiera che risale il boscoso fianco sudorientale del Corno d’Aquilio. Con diversi tornanti nel bosco la mulattiera guadagna quota ed esce infine sui prati di Malga Fanta, nei pressi della Spluga della Preta, uno degli abissi carsici più importanti e profondi d’Italia. Nei pressi dell’imbocco della Spluga si trova anche l’imbocco della Grotta del Ciabattino nei cui pressi dirama a destra la carrareccia per Malga Preta e Passo Fittanze percorsa dall’itinerario della “Dorsale Alta della Lessinia” (segnavia 250). Per salire in cima al Corno d’Aquilio basta seguire il sentiero che risale gli ultimi pendii prativi prima della panoramica vetta.